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      Sottopose le arti a tasse ineguali, e coll'èstimo del mercimonio insinuò il cavillo fiscale in tutte le vene dell'industria; poi, per temperarlo, ricorse all'uso e all'abuso dei privilegi, e conturbò tutto l'òrdine dei guadagni e della speculazione. Quando vide sùrgere gigante la miseria pùblica, e assidua la carestìa, punì di morte l'esportazione dei grani; avvilì l'agricultura; e fece primo pensiero e arte suprema di governo il fornir di pane estimato e pesato la plebe della città. - Le famiglie, che all'uso antico d'Italia continuàvano anche nel colmo delle ricchezze un decoroso e nòbile commercio, umiliate al confronto del più squàllido capitano spagnolo, imparàrono a sprezzare la solerzia dei loro antichi, e s'invogliàrono di purificare il sangue coll'ozio. Per esser decurione della città; per sedere nel magistrato di provisione a regolare l'annona, le strade e le osterìe; per èssere appena esente da soprusi e insulti, non bastò più l'antica nobiltà municipale; fu forza ridivenir nòbile all'uso castigliano, far voto d'inerzia perpetua. Le fanciulle fùrono condannate fin dalla nàscita a irrevocàbili voti, per provedere all'orgoglio dei primogèniti. Cento chiostri si dilatàrono per la città, vuota di famiglie e d'officine. L'òrdine degli Umiliati, che colle ingenti sue ricchezze continuava le vetuste tradizioni di patronato mercantile, fu estirpato; e i suoi capitali si spèsero in costruzioni suntuose, a gloria de' suoi nemici, e in dotazioni d'òrdini nuovi che si credevano più adatti ai nuovi tempi.


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Notizie naturali e civili su la Lombardia
di Carlo Cattaneo
1844 pagine 107

   





Italia Umiliati