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      - Cartesio stimava poco i sensi, né molto stimava l'attività dell'intelletto; attribuiva loro solamente le nozioni infime; tutte le idee più sublimi erano agli occhi suoi gratuite e secrete doti dell'anima nascente. Dio dava le idee; Dio poteva mutarle, come poteva mutare l'universo. Se la vita era una creazione continua, il pensiero era una continua ispirazione. La solitudine di Cartesio era il vestibolo d'una teologia.
      Trent'anni dopo la morte di lui, Locke rivendicò i diritti della filosofia sulla filosofia. Negò le idee innate; tentò supplirvi dimostrando come la riflessione bastasse all'individuo per ascendere dai sensi a qualunque più eccelso ordine d'idee. Fece ancor più: - dimostrò come la riflessione ne' suoi più alti sforzi ricevesse sussidio dal linguaggio.
      Or voi mi concederete, signori, che il linguaggio è la società.
      Adunque Locke, avrebbe veramente attinto la sua dottrina a tre fonti: il senso, la riflessione, il linguaggio, cioè la natura, l'individuo, la società.
      Ma la società poi coopera al pensiero dell'individuo in molti altri modi, oltre il linguaggio.
      A ciò Locke non aveva mirato; in questo campo non entrò; né vi entrarono quelli che sono detti suoi successori: né quelli che sono detti oppositori suoi. Condillac e Tracy si circoscrissero alla sensazione e al linguaggio. Per amore di semplicità, si sforzarono di far senza la riflessione; senonché introdussero un equivalente: o in quella interna facoltà che, secondo Condillac, trasforma le sensazioni; o nel giudizio che, secondo Tracy, percepisce i rapporti.


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Psicologia delle menti associate
di Carlo Cattaneo
pagine 74

   





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