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      Ecco quindi le genti dell'Asia predestinate a moversi vastamente sulla terra e raccogliere ogni dove gli sparsi frammenti dell'analisi selvaggia. Il gran deserto dell'Africa rimase impraticabile finché il camelo dell'Arabia e della Battria non approdò alle isole palmifere del mare d'arena.
      Oramai nella certezza e continuità del vivere, il pensiero poté levarsi finalmente al cielo; distinguere non più solamente il sole e la luna; ma suddividere le stelle fisse in costellazioni, e distinguere i pianeti che s'accompagnano or all'una or all'altra costellazione. Oramai la natura e la società schierano inanzi al pensiero i tesori di molte regioni e le tradizioni di molti popoli. Ma pur troppo il pensiero dai faticosi e lenti passi dell'analisi trapassa ai rapidi voli della sintesi. L'imaginazione si sveglia; anticipa e presume ciò che non sa; precorre alla cognizione, esagera un'idea per compirla; scambia l'astronomia con l'astrologia, la medicina con la magia, la contemplazione con la visione e con l'estasi. Non appena la misurazione dei campi ha dato occasione alla prima geometria; e già la scienza del matematico si confonde coll'arte dell'indovino: "Mathematici... genus hominum... sperantibus fallax". Tacito.
      Mentre per tal modo le caste dotte mutano la dura e fedele osservazione in vaga poesia, le moltitudini passano dalla miseria del selvaggio alla miseria dello schiavo. Il commercio inizia lo scambio delle cose; e perciò ciascuno si raccoglie in un'arte sola, fugge dagli oppressori della patria in cerca di libertà; fugge ad esercitarla presso altre genti; ogni arte diviene un secreto e una nuova casta; ecco nascere ciò che li economisti chiamano la divisione del lavoro; ma che al cospetto della psicologia è solamente un nuovo ordine d'analisi il quale penetra sempre più profondamente negli arcani della natura.


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Psicologia delle menti associate
di Carlo Cattaneo
pagine 74

   





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