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      Ma restava per l’avversario un avanzo di stima: e non dimenticherò, campassi cent’anni, la triste notte del Comitato dei Cinque - e la tristissima lettura - per cui la stima fu spenta nel cuor mio. Perché fu da allora che risalii ad altre indagini, di altri fatti: così come a furia di sentirlo cantare eroe autentico delle patrie battaglie, le voci autentiche - per davvero - delle battaglie si destarono.
      Lasciamole dunque le storielle da parte e nelle note caratteristiche dell’uomo cerchiamo cosa valgono le smentite sue.
     
      Ah, quelle note fate male ad obbligarmi a rivederle! È là fra esse, che o ritrovo il falso antico del 17 dicembre 1854, il famoso atto nuziale delle vostre nozze di Malta.
      Un bel documento affè mia per le vostre odierne smentite! Ce l’ho qui davanti nel suo testo latino, nel manoscritto originale fotografato e non oserei chiamarlo falso, sentirei freddo a chiamarlo così, se non vi fosse bastato l’animo di proclamarlo cinicamente voi stesso, quando vi tornò comodo di liberarvene dopo averlo per 25 anni sfruttato!
      E a rendermene più rivoltante la lettura, ho qui innanzi autografa, in carta bollata, la supplica che la povera vittima di quel falso, invocando il sacramento e i servigi resi all’Italia come figlia della Savoja, indirizzata a Benedetto Cairoli, presidente del Consiglio nel 1878, una supplica che stilla sangue e che il mese scorso mi ha fatto fremere nel leggerla; e io dinanzi nei volumi dei biografi panegiristi il cinico racconto del come dia poveretta venne il falso un bel dì, come una allegra burla, buttato sul viso!


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Lettera agli onesti di tutti i partiti
di Felice Cavallotti
1895 pagine 82

   





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