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      Cercò di conciliare meglio che poté la gratitudine... colla coscienza: fece nel suo rapporto l’elogio dei pretesi meriti dell’Herz come scienziato - (ed è la parte del rapporto invocata da Crispi a propria scusa) - ma poi lo vinse lo scrupolo e fece le riserve sull’uomo.
      Ed è la parte di Crispi messa in tacere!
      Dopo gli elogi, faceva intendere nel suo rapporto il Menebrea ad un dipresso, che siccome, non di meno trattavasi di un uomo, la cui posizione e la cui vita erano tanto enigmatiche, da vederlo un giorno vendere i mobili per vivere o per pagare debiti plateali, un altro giorno tutto d’un tratto maneggiar milioni, non osava pronunciarsi per una così alta onorificenza italiana!
      Questo faceva intendere nel suo rapporto il Menabrea - e non aggiungo commenti - perché ogni commento guasta.
      Oserebbe il signor Crispi di negarlo?
      La mia risposta è semplice: fuori il rapporto Menabrea!
      Io sfido il signor Crispi a produrlo, il rapporto Menabrea! - egli non deve avere, per Dio, difficoltà a produrlo - egli che in febbraio 1891, lasciando la Consulta, se l’era prudentemente asportato - e, non più ministro, in quel marzo ‘91 e ancora due anni dopo, lo conservava amorosamente nel suo cassetto (a proposito di sottrazione di documenti d’ufficio!!!) per darne da leggere i brani che gli accomodavano, a chi veniva per altissimo ordine a reclamargli la restituzione della copia del decreto; per darli da leggere due anni appresso, quando in marzo ‘93 il brutto affare venne scoperto, ai giornalisti di cui invocava le difese!


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Lettera agli onesti di tutti i partiti
di Felice Cavallotti
1895 pagine 82

   





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