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      In prima quei dua buon vecchioni conchiusono il parentado, di poi cominciorno a ragionare della dota, ed essendo infra di loro qualche poco di amorevol disputa; perché Andrea diceva a Stefano: - Giovanni mio figliuolo è 'l piú valente giovane e di Firenze e di Italia, e se io prima gli avessi voluto dar moglie, arei aúte delle maggior dote che si dieno a Firenze a' nostri pari - e Stefano diceva: - Tu hai mille ragioni, ma io mi truovo cinque fanciulle, con tanti altri figliuoli, che, fatto il mio conto, questo è quanto io mi posso stendere -. Giovanni era stato un pezzo a udire nascosto da loro, e sopraggiunto all'improvviso disse: - O mio padre, quella fanciulla ho desiderata e amata, e none li loro dinari; tristo a coloro che si vogliono rifare in su la dota della lor moglie. Sí bene, come voi vi siate vantato che io sia cosí saccente, o non saprò io dare le spese alla mia moglie, e sattisfarla alli sua bisogni con qualche somma di dinari manco che 'l voler vostro? Ora io vi fo intendere che la donna è la mia e la dota voglio che sia la vostra -. A questo sdegnato alquanto Andrea Cellini, il quale era un po' bizzarretto, fra pochi giorni Giovanni menò la sua donna, e non chiese mai piú altra dota. Si goderno la lor giovinezza e il loro santo amore diciotto anni, pure con gran disiderio di aver figliuoli: di poi in diciotto anni la detta sua donna si sconciò di dua figliuoli masti, causa della poca intelligenza de' medici; di poi di nuovo ingravidò e partorí una femmina, che gli posono nome Cosa, per la madre di mio padre.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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