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      Il buon frate mi disse che io non avessi paura di nulla, ché, tutti e' mali del mondo che io avessi fatti, in quella cameruccia sua ero sicurissimo. In ispazio d'una ora a presso, gli Otto, ragunatisi fuora del loro ordine, fecion mandare un de' piú spaventosi bandi contra di me, che mai s'udissi, sotto pene grandissime a chi m'avessi o sapessi, non riguardando né a luogo né a qualità che mi tenessi. Il mio afflitto e povero buon padre entrando agli Otto, ginocchioni si buttò in terra, chiedendo misericordia del povero giovane figliuolo: dove che un di quelli arrovellati, scotendo la cresta dello arronzinato capuccio, rizzatosi in piedi, con alcune ingiuriose parole disse al povero padre mio: - Lièvati di costí, e va' fuora subito, ché domattina te lo manderemo in villa con i lanciotti -. Il mio povero padre pure ardito rispose, dicendo loro: - Quel che Idio arà ordinato, tanto farete, e non piú là -. Al cui quel medesimo rispose che per certo cosí aveva ordinato Idio. E mio padre allui disse: - Io mi conforto, che voi certo non lo sapete - e partitosi dalloro, venne a trovarmi insieme con un certo giovane di mia età, il quale si chiamava Piero di Giovanni Landi: ci volevamo bene piú che se fratelli fussimo stati. Questo giovane aveva sotto il mantello una mirabile ispada e un bellissimo giaco di maglia: e giunti a me, il mio animoso padre mi disse il caso, e quel che gli avevan detto i signori Otto. Di poi mi baciò in fronte e tutti a dua gli occhi; mi benedisse di cuore, dicendo cosí: - La virtú de Dio sia quella che ti aiuti - e pòrtomi la spada e l'arme, con le sue mane proprie me le aiutò vestire.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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