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      Questo non lavorava, ma faceva fare le faccende di bottega tutte a uno giovane che si domandava Luca Agnolo da Iesi. Questo era contadino, e da piccol fanciulletto era venuto a lavorare con maestro Santi. Era piccolo di statura, ma ben proporzionato. Questo giovane lavorava meglio che uomo che io vedessi mai insino a quel tempo, con grandissima facilità e con molto disegno: lavorava solamente di grosseria, cioè vasi bellissimi, e bacini, e cose tali. Mettendomi io a lavorar in tal bottega presi a fare certi candellieri per il vescovo Salamanca spagnuolo. Questi tali candellieri furno riccamente lavorati, per quanto si appartiene a tal opera. Un descepol di Raffaello da Urbino, chiamato Gianfrancesco, per sopranome il Fattore, era pittore molto valente; e perché egli era amico del detto vescovo, me gli misse molto in grazia, a tale che io ebbi moltissime opere da questo vescovo, e guadagnavo molto bene. In questo tempo io andavo quando a disegnare in Capella di Michelagnolo, e quando alla casa di Agostino Chigi sanese, nella qual casa era molte opere bellissime di pittura di mano dello eccellentissimo Raffaello da Urbino; e questo si era il giorno della festa, perché in detta casa abitava misser Gismondo Chigi, fratello del detto misser Agostino. Avevano molta boria quando vedevano delli giovani miei pari che andavano a 'mparare drento alle case loro. La moglie del detto misser Gismondo, vedutomi sovente in questa sua casa - questa donna era gentile al possibile e oltramodo bella - accostandosi un giorno a me, guardando li mia disegni, mi domandò se io ero scultore o pittore: alla cui donna io dissi, che ero orefice.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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