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      Maladisse l'arte sua e quelli che gnene avevano insegnata, dicendo che da mò innanzi non voleva piú fare quell'arte di grosseria; solo voleva attendere a fare di quelle bordellerie piccole, da poi che le erano cosí ben pagate. Non manco sdegnato io dissi, che ogni uccello faceva il verso suo; che lui parlava sicondo le grotte di dove egli era uscito, ma che io gli protestavo bene, che a me riuscirebbe benissimo il fare delle sue coglionerie, e che a lui non mai riuscirebbe il far di quella sorte bordellerie. Cosí partendomi adirato, gli dissi che presto gnene faria vedere. Quelli che erano alla presenza gli dettono a viva voce il torto, tenendo lui in concetto di villano come gli era, e me in concetto di uomo, sí come io avevo mostro.
     
      XXII. Il dí seguente andai a ringraziare madonna Porzia, e li dissi che Sua Signoria aveva fatto il contrario di quel che la disse: che volendo io fare che 'l diavolo se ne ridessi, lei di nuovo l'aveva fatto rinnegare Idio. Piacevolmente l'uno e l'altro ridemmo, e mi dette da fare altre opere belle e buone. In questo mezzo io cercai, per via d'un discepolo di Raffaello da Urbino pittore, che il vescovo Salamanca mi dessi da fare un vaso grande da acqua, chiamato un'acquereccia, che per l'uso delle credenze che in sun esse si tengono per ornamento. E volendo il detto vescovo farne dua di equal grandezza, uno ne dette da fare al detto Lucagnolo, e uno ne ebbi da fare io; e la modanatura delli detti vasi, ci dette il disegno quel ditto Gioanfrancesco pittore.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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