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      L'altro giorno a presso mi fu portato un cartello di disfida per combattere seco, il quale io accettai molto lietamente, dicendo che questa mi pareva impresa da spedirla molto piú presto che quelle di quella altra arte mia: e subito me ne andai a parlare a un vechione chiamato il Bevilacqua, il quale aveva nome d'essere stato la prima spada di Italia, perché s'era trovato piú di venti volte ristretto in campo franco e sempre ne era uscito a onore. Questo uomo da bene era molto mio amico, e conosciutomi per virtú della arte mia, e anche s'era intervenuto in certe terribil quistione infra me e altri. Per la qual cosa lui lietamente subito mi disse: - Benvenuto mio, se tu avessi da fare con Marte, io son certo che ne usciresti a onore, perché di tanti anni, quant'io ti conosco, non t'ho mai veduto pigliare nessuna briga a torto -. Cosí prese la mia impresa, e conduttoci in luogo con l'arme in mano, sanza insanguinarsi, restando dal mio avversario, con molto onore usci' di tale inpresa. Non dico altri particolari; che se bene sarebbono bellissimi da sentire in tal genere, voglio riserbare queste parole a parlare de l'arte mia, quale è quella che m'ha mosso a questo tale iscrivere; e in essa arò da dire pur troppo. Se bene mosso da una onesta invidia, desideroso di fare qualche altra opera che aggiugnessi e passassi ancora quelle del ditto valente uomo Lucagnolo, per questo non mi scostavo mai da quella mia bella arte del gioiellare; in modo che infra l'una e l'altra mi recava molto utile e maggiore onore, e innell'una e nella altra continuamente operavo cose diverse dagli altri.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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