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      Feci chiamare i primi medici di Roma, in fra i quali si era un maestro Francesco da Norcia, medico vecchissimo e di maggior credito che avessi Roma. Contai alli detti medici quale io pensavo che fussi stata la causa del mio gran male, e che io mi sarei voluto trar sangue, ma io fui consigliato di no; e se io fussi a tempo, li pregavo che me ne traessino. Maestro Francesco rispose, che il trarre sangue ora non era bene, ma allora sí, che non arei aùto un male al mondo; ora bisognava medicarmi per un'altra via. Cosí messono mano a medicarmi con quanta diligenzia e' potevano e sapevano al mondo; e io ogni dí peggioravo a furia, in modo che in capo di otto giorni il mal crebbe tanto, che li medici disperati della impresa detton commessione che io fussi contento e mi fussi dato tutto quello che io domandavo. Maestro Francesco disse: - Insinché v'è fiato, chiamatemi a tutte l'ore, perché non si può immaginare quel che la natura sa fare in un giovane di questa sorte; però, avvenga che lui svenissi, fategli questi cinque rimedi l'un dietro all'altro, e mandate per me, che io verrò a ogni ora della notte; che piú grato mi sarebbe di campar costui, che qualsivoglia cardinal di Roma -. Ogni dí mi veniva a visitare dua o tre volte messer Giovanni Gaddi, e ogni voIta pigliava in mano di quei miei belli scoppietti e mie maglie e mie spade, e continuamente diceva: - Questa cosa è bella, e quest'altra è piú bella - cosí di mia altri modelletti e coselline: di modo che io me l'avevo recato a noia.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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