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      Ma voi faresti bene il meglio a levarmi dinanzi cotesto isciagurato di Mattio, che si ride del mio male: e da poi che Vostra Signoria mi fa degno che io la vegga, doverresti venirci con messer Antonio Allegretti o con messer Annibal Caro, o con di quelli altri vostri virtuosi, i quali son persone d'altra discrezione e d'altro ingegno, che non è cotesta bestia -. Allora messer Giovanni disse per motteggio a quello Mattio, che si gli levassi dinanzi per sempre; ma perché Mattio rise, il motteggio divenne da dovero, perché mai piú messer Giovanni non lo volse vedere, e fece chiamare messer Antonio Allegretti, e messer Lodovico, e messer Annibal Caro. Giunti che furono questi uomini da bene, io ne presi grandissimo conforto, e con loro ragionai in cervello un pezzo, pur sollecitando Felice che cacciassi via il vecchio. Misser Lodovico mi dimandava quel che mi pareva vedere, e
      come gli era fatto. In mentre che io gnene disegnavo con le parole bene, questo vecchio mi pigliava per un braccio, e per forza mi tirava a sé; per la qual cosa io gridavo che mi aiutassino, perché mi voleva gittar sotto coverta in quella sua spaventata barca. Ditto quest'ultima parola, mi venne uno sfinimento grandissimo, e a me parve che mi gettassi in quella barca. Dicono che allora in questo svenire, che io mi scagliavo e che io dissi di male parole a messer Giovanni Gaddi, sí che veniva per rubarmi e non per carità nessuna; e molte altre bruttissime parole, le quale fecion vergognare il ditto messer Giovanni.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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