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      Sotto questo luogo a punto era fermato quelli nostri barcheruoli; a tale che se il cavallo cadeva, dava loro a punto addosso. Io era innanzi a tutti e stavamo a vedere tombolare il cavallo, il quale pareva che andassi al sicuro in perdizione. In questo io dicevo a' mia giovani: - Non vi curate di nulla, salvianci noi e ringraziamo Idio d'ogni cosa; a me mi sa solamente male di questo povero uomo del Busbacca, che ha legato il suo bicchiere e le sue gioie, che son di valore di parecchi migliaia di ducati, all'arcione di quel cavallo, pensando quell'essere piú sicuro: e mia son pochi cento di scudi, e non ho paura di nulla al mondo, purché io abbia la grazia de Dio -. Il Busbacca allora disse: - E' non m'incresce de' mia, ma e m'incresce ben de' vostri -. Dissi a lui: - Perché t'incresc'egli de' mia pochi, e non t'incresce de' tua assai? - Il Busbacca disse allora: - Dirovelo in nel nome di Dio: in questi casi e ne' termini che noi siamo, bisogna dire il vero. Io so che i vostri sono iscudi, e son da dovero; ma quella mia vesta di bicchiere, dove io ho detto esser tante gioie e tante bugie, è tutta piena di caviale -. Sentendo questo io non possetti fare che io non ridessi: quei mia giovani risono; lui piagneva. Quel cavallo si aiutò, quando noi l'avevamo fatto ispacciato. Cosí ridendo ripigliammo le forze e mettemmoci a seguitare il monte. Quelli quattro gentiluomini tedeschi, ch'erono giunti prima di noi in cima di quella ripida montagna, ci mandorno alcune persone, le quali ci aiutorno; tanto che noi giugnemmo a quel salvatichissimo alloggiamento: dove, essendo noi molli, istracchi e affamati, fummo piacevolissimamente ricevuti; e ivi ci rasciugammo, ci riposammo, sodisfacemmo alla fame e con certe erbacce fu medicato il cavallo ferito; e ci fu insegnato quella sorte d'erbe, le quali n'era pieno la siepe, e ci fu detto, che tenendogli continuamente la piaga piena di quell'erbe, il cavallo non tanto guarirebbe, ma ci servirebbe come se non avessi un male al mondo: tanto facemmo.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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