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      Questo ce l'ha detto un tuo lavorante, con il quale tu ti se' confidato e vantatone. Ora noi ti diciamo liberamente che tu truovi le gioie o il valore di esse gioie: di poi ti lasceremo andare in tua libertà.
     
      CIII. Quando io senti' queste parole io non mi possetti tenere di non mi muovere a grandissime risa; di poi riso alquanto, io dissi: - Molto ringrazio Idio, che per questa prima volta che gli è piaciuto a Sua Maestà che io sia carcerato, pur beato che io non son carcerato per qualche debol cosa, come il piú delle volte par che avvenga ai giovani. Se questo che voi dite fussi il vero, qui non c'è pericolo nissuno per me che io dovessi essere gastigato da pena corporale, avendo le legge in quel tempo perso tutte le sue autorità; dove che io mi potria scusare, dicendo, che come ministro, cotesto tesoro io lo avessi guardato per la sacra e santa Chiesa appostolica, aspettando di rimetterlo a buon Papa, o sí veramente da quello che e' mi fussi richiesto, quale ora saresti voi, se la stessi cosí -. A queste parole quello arrabbiato Governatore pistoiese non mi lasciò finir di dire le mie ragione, che lui furiosamente disse: - Acconciala in quel modo che tu vuoi, Benvenuto, che annoi ci basta avere ritrovato il nostro; e fa' pur presto, se tu non vuoi che noi facciamo altro che con parole -. E volendosi rizzare e andarsene, io dissi loro: - Signori, io non son finito di esaminare, sicché finite di esaminarmi, e poi andate dove a voi piace -. Subito si rimissono assedere, assai bene in còllora, quasi mostrando di non voler piú udire parola nissuna che io allor dicessi, e mezzo sollevati, parendo loro di aver trovato tutto quello che loro desideravono di sapere.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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