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      Per la qual cosa io cominciai in questo tenore: - Sappiate, Signori, che e' sono in circa a venti anni che io abito Roma, e mai né qui né altrove fui carcerato -. A queste parole quel birro di quel Governatore disse: - Tu ci hai pure ammazzati degli uomini -. Allora io dissi: - Voi lo dite, e non io; ma se uno venissi per ammazzar voi, cosí prete, voi vi difenderesti, e ammazzando lui le sante legge ve lo comportano: sí che lasciatemi dire le mie ragione, volendo potere riferire al Papa e volendo giustamente potermi giudicare. Io di nuovo vi dico, ch'e' son vicino a venti anni che io abito questa maravigliosa Roma, e in essa ho fatto grandissime faccende della mia professione: e perché io so che questa è la sieda di Cristo, e' mi sarei promesso sicuramente, che se un principe temporale mi avessi voluto fare qualche assassinamento, io sarei ricorso a questa santa Cattedra e a questo Vicario di Cristo, che difendessi le mie ragione. Oimè! dove ho io a 'ndare adunque? e a chi principe che mi difenda da un tanto iscellerato assassinamento? Non dovevi voi, prima che voi mi pigliassi, intendere dove io giravo questi ottanta mila ducati? Ancora non dovevi voi vedere la nota delle gioie che ha questa Camera appostolica iscritte diligentemente da cinquecento anni in qua? Di poi che voi avessi trovato mancamento, allora voi dovevi pigliare tutti i miei libri, insieme con esso meco. Io vi fo intendere che e' libri, dove sono iscritte tutte le gioie del Papa e de' regni, sono tutti in piè, e non troverrete manco nulla di quello che aveva papa Clemente, che non sia iscritto diligentemente.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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