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      Papa Clemente a questo fece cercare in Castello chi quel tale fussi stato per impiccarlo. Io fui quello che ferí il principe d'Orangio d'una archibusata nella testa, qui sotto le trincee del castello. Appresso ho fatto alla santa Chiesa tanti ornamenti d'argento, d'oro e di gioie, tante medaglie e monete sí belle e sí onorate. È questa adunche la temeraria pretesca remunerazione, che si usa a uno uomo che vi ha con tanta fede e con tanta virtú servito e amato? O andate a ridire tutto quanto io v'ho detto al Papa, dicendogli, che le sue gioie e' l'ha tutte, e che io non ebbi mai dalla Chiesa nulla altro che certe ferite e sassate in cotesto tempo del Sacco; e che io non facevo capitale d'altro che di un poco di remunerazione da papa Pagolo, quale lui mi aveva promesso. Ora io son chiaro e di Sua Santità e di voi ministri -. Mentre che io dicevo queste parole egli stavano attoniti a udirmi; e guardandosi in viso l'un l'altro, in atto di maraviglia si partirno da me. Andorno tutti a tre d'accordo a riferire al Papa tutto quello che io avevo detto. Il Papa, vergognandosi, commesse con grandissima diligenza che si dovessi rivedere tutti e' conti delle gioie. Di poi che ebbon veduto che nulla vi mancava, mi lasciavono stare in Castello senza dir altro: il signor Pierluigi, ancora allui parendogli aver mal fatto, cercavon con diligenza di farmi morire.
     
      CIV. In questo poco de l'agitazion del tempo il re Francesco aveva di già inteso minutamente come il Papa mi teneva prigione e a cosí gran torto: avendo mandato per imbasciadore al Papa un certo suo gentiluomo, il quale si domandava monsignor di Morluc, iscrisse a questo che mi domandasse al Papa, come uomo di Sua Maestà. Il Papa, che era valentissimo e maraviglioso uomo, ma in questa cosa mia si portò come da poco e sciocco, e' rispose al ditto nunzio del Re, che Sua Maestà non si curasse di me, perché io ero uomo molto fastidioso con l'arme, e per questo faceva avvertito Sua Maestà che mi lasciassi stare, perché lui mi teneva prigione per omicidii e per altre mie diavolerie cosí fatte.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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