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      CV. Questo era preso per luteriano: era bonissimo domestico compagno, ma quanto a frate egli era il maggior ribaldo che fussi al mondo, e s'accomodava a tutte le sorte de' vizii. Le belle virtú sua io le ammiravo, e' brutti vizii sua grandemente aborrivo, e liberamente ne lo riprendevo. Questo frate non faceva mai altro che ricordarmi come io non ero ubrigato a osservar fede al Castellano, per esser io in prigione. Alla qual cosa io rispondevo, che sí bene come frate lui diceva il vero, ma come uomo e' non diceva il vero, perché un che fussi uomo e non frate, aveva da osservare la fede sua in ogni sorte d'accidente, in che lui si fussi trovato: però io che ero uomo e non frate, non ero mai per mancare di quella mia simplice e virtuosa fede. Veduto il ditto frate che non potette ottenere il conrompermi per via delle sue argutissime e virtuose ragioni tanto maravigliosamente dette dallui, pensò tentarmi per un'altra via; e lasciato cosí passare di molti giorni, in mentre mi leggeva le prediche di fra Ierolimo Savonarolo, e' dava loro un comento tanto mirabile, che era piú bello che esse prediche; per il quale io restavo invaghito, e non saria stata cosa al mondo che io non avessi fatta per lui, da mancare della fede mia in fuora, sí come io ho detto. Vedutomi il frate istupito delle virtú sue, pensò un'altra via; che con un bel modo mi cominciò a domandare che via io arei tenuto se e' mi fussi venuto voglia, quando loro mi avessino riserrato, a aprire quelle prigione per fuggirmi.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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