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      Allora io pregai questo messer Andrea, che fussi contento di dire al Cardinale che non mi dessi al Papa e che lasciassi fare a me; per che io mi farei rinvoltare in un materasso e mi farei porre fuor di Roma in luogo sicuro; perché se lui mi dava al Papa, certissimo mi dava alla morte. Il Cardinale, quando e' le intese, si crede che lui l'arebbe volute fare, ma quel messer Andrea, a chi toccava il vescovado, scoperse la cosa. Intanto il Papa mandò per me subito e fecemi mettere, sí come e' disse, in una camera bassa innel suo giardin segreto. Il Cardinale mi mandò a dire che io non mangiassi nulla di quelle vivande che mi mandava il Papa, e che lui mi manderebbe da mangiare; e che quello che gli aveva fatto non aveva potuto far di manco, e che io stessi di buona voglia, che m'aiuterebbe tanto, che io sarei libero. Standomi cosí, ero ogni dí visitato e offertomi da molti gran gentiluomini molte gran cose. Dal Papa veniva la vivanda, la quale io non toccavo, anzi mi mangiavo quella che veniva dal cardinal Cornaro, e cosí mi stavo. Io avevo in fra gli altri mia amici un giovane greco di età di venticinque anni: questo era gagliardissimo oltramodo e giucava di spada meglio che ogni altro uomo che fussi in Roma: era pusillo d'animo, ma era fidelissimo uomo da bene e molto facile al credere. Aveva sentito dire che il Papa aveva detto che mi voleva remunerare de' miei disagi. Questo era il vero, che il Papa aveva detto tal cose da principio, ma innell'ultimo da poi diceva altrimenti.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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