Pagina (335/536)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quando un pezzo fummo stati in questo, disse che se andrebbe al Duca e per mezzo di Sua Eccellenzia lo vedrebbe. Allora messer Alberto Bendidio ch'era, come ho detto, superbissimo, disse: - Innanzi che voi partiate di qui, messer Alfonso, voi lo vedrete, sanza adoperare i favori delDuca -. A queste parole io mi parti' e lasciai Ascanio e Pagolo che lo mostrassi loro; qual disse poi che egli avean ditto cose grandissime in mia lode. Volse poi messer Alfonso che io mi addomesticassi seco, onde a me parve mill'anni di uscir di Ferrara e levarmi lor dinanzi. Quanto io v'avevo aùto di buono si era stata la pratica del cardinal Salviati e quella del cardinal di Ravenna, e di qualcuno altro di quelli virtuosi musici, e non d'altri; perché i Ferraresi son gente avarissime e piace loro la roba d'altrui in tutti e' modi che la possino avere; cosí son tutti. Comparse alle ventidua ore il sopra ditto Fiaschino, e mi porse il ditto diamante di valore di sessanta scudi in circa; dicendomi con faccia malinconica e con breve parole che io portassi quello per amore di Sua Eccellenzia. Al quale io risposi: - E io cosí farò -. Mettendo i piedi innella staffa in sua presenza, presi il viaggio per andarmi con Dio. Notò l'atto e le parole; e riferito al Duca, in còllora ebbe voglia grandissima di farmi tornare indietro.
     
      IX. Andai la sera innanzi piú di dieci miglia, sempre trottando; e quando l'altro giorno io fu' fuora dal ferrarese, n'ebbi grandissimo piacere, perché da quei pagoncelli, che io vi mangiai, causa della mia sanità, in fuora, altro non vi cognobbi di buono.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





Duca Sua Eccellenzia Alberto Bendidio Alfonso Ascanio Pagolo Alfonso Ferrara Salviati Ravenna Ferraresi Fiaschino Sua Eccellenzia Dio Duca