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      Finito che io ebbi, prese il vaso e il bacino, e poi disse: - Veramente che tanto bel modo d'opera non credo mai che degli antichi se ne vedessi: perché ben mi sovviene di aver veduto tutte le miglior opere e dai miglior maestri fatte, di tutta la Italia; ma io non viddi mai cosa che mi movessi piú grandemente che questa -. Queste parole il ditto Re le parlava in franzese al cardinale di Ferrara, con molte altre maggior che queste. Di poi voltosi a me mi parlò in taliano, e disse: - Benvenuto, passatevi tempo lietamente qualche giorno, e confortatevi il cuore e attendete a far buona cera; e intanto noi penseremo di darvi buone comodità al poterci far qualche bell'opera.
     
      X. Il cardinal di Ferrara sopra ditto veduto che il Re aveva preso grandissimo piacere del mio arrivo; ancora lui veduto che con quel poco dell'opere il Re s'era promesso di potersi cavar la voglia di fare certe grandissime opere, che lui aveva in animo; però in questo tempo, che noi andavamo drieto alla Corte, puossi dire tribulando (il perché si è che il traino del Re si strascica continuamente drieto dodici mila cavalli; e questo è il manco: perché quando la Corte in e' tempi di pace è intera, e' sono diciotto mila, di modo che sempre vengono da essere piú di dodici mila; per la qual cosa noi andavamo seguitando la ditta Corte in tai luoghi, alcuna volta, dove non era dua case a pena; e sí come fanno i zingani, si faceva delle trabacche di tele, e molte volte si pativa assai): io pure sollecitavo il Cardinale che incitassi il Re a mandarmi a lavorare; il Cardinale mi diceva che il meglio di questo caso si era d'aspettare che il Re da sé se ne ricordassi; e che io mi lasciassi alcuna volta vedere a Sua Maestà, in mentre ch'egli mangiava.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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