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      Fattolo intendere al Re, rispose Sua Maestà che gli attendessino a 'mparare e non cercassino di volere insegnare al maestro. Questi con gran risa messono in fossa l'opera loro; e io saldo, sanza nissuna dimostrazione né di risa né di stizza - che l'avevo - messi con le mie dua forme in mezzo il Giove: e quando il nostro metallo fu benissimo fonduto, con grandissimo piacere demmo la via al ditto metallo, e benissimo s'empié la forma del Giove; innel medesimo tempo s'empié la forma delle mie due teste: di modo che loro erano lieti e io contento; perché avevo caro d'aver detto le bugie della loro opera, e loro mostravano d'aver molto caro d'aver detto le bugie della mia. Domandorno pure alla franciosa con gran letizia da bere: io molto volentieri feci far loro una ricca colezione. Da poi mi chiesono li dinari che gli avevano da avere, e quegli di piú che io avevo promessi loro. A questo io dissi: - Voi vi siate risi di quello, che io ho ben paura che voi non abbiate a piangere; perché io ho considerato che in quella vostra forma è entrato molto piú roba che 'l suo dovere; però io non vi voglio dare piú dinari, di quelli che voi avete auti, insino a domattina -. Cominciorno a considerare questi poveri uomini quello che io avevo detto loro, e sanza dir niente se ne andorno a casa. Venuti la mattina, cheti cheti cominciorno a cavare di fossa; e perché loro non potevano iscoprire la loro gran forma, se prima egli non cavavano quelle mie due teste, le quali cavorno e stavono benissimo, e le avevano messe in piede, che benissimo si vedevano.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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