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      Cosí resolutomi, dissi: - Càvati quello anello che tu hai in dito, poltrone, e sposala, acciò che poi io possa fare le vendette che tu meriti -. Costui subito disse: - Purché voi non mi ammazziate, io farò ogni cosa. - Adunche - diss'io - mettigli l'anello -. Scostatogli un poco la spada dalla gola, costui le misse l'anello. Allora io dissi: - Questo non basta, perché io voglio che si vadia per dua notari, che tal cosa passi per contratto -. Ditto al Chioccia che andassi per e' notari, subito mi volsi allei e alla madre. Parlando in franzese dissi: - Qui verrà i notari e altri testimoni: la prima che io sento di voi che parli nulla di tal cosa, subito l'ammazzerò, e v'ammazzerò tutt'a tre; sí che state in cervello -. A lui dissi in italiano: - Se tu replichi nulla a tutto quel che io proporrò, ogni minima parola che tu dica, io ti darò tante pugnalate, che io ti faro votare ciò che tu hai nelle budella -. A questo lui rispose: - A me basta che voi non mi ammazziate; e io farò ciò che voi volete -. Giunse i notari e li testimoni, fecesi il contratto altentico e, mirabile!, passommi la stizza e la febbre. Pagai li notari, e anda' mene. L'altro giorno venne a Parigi il Bologna a posta, e mi fece chiamare da Mattio del Nasaro: andai e trovai il detto Bologna, il quale con lieta faccia mi si fece incontro, pregandomi che io lo volessi per buon fratello, e che mai piú parlerebbe di tale opera, perché conosceva benissimo che io avevo ragione.
     
      XXIV. Se io non dicessi, in qualcuno di questi mia accidenti, cognoscere d'aver fatto male, quell'altri, dove io cognosco aver fatto bene, non sarebbono passati per veri; però io cognosco d'aver fatto errore a volermi vendicare tanto istranamente con Pagolo Miccieri.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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