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      Benché, se io avessi pensato che lui fussi stato uomo di tanta debolezza, non mai mi sarie venuta in animo una tanto vituperosa vendetta, qual io feci; ché non tanto mi bastò l'avergli fatto pigliar per moglie una cosí iscellerata puttanella; che ancora di poi, per voler finire il restante della mia vendetta, la facevo chiamare, e la ritraevo: ognindí le davo trenta soldi; e faccendola stare ignuda, voleva la prima cosa che io li dessi li sua dinari innanzi; la siconda voleva molto bene da far colezione; la terza io per vendetta usavo seco, rimproverando allei e al marito le diverse corna che io gli facevo; la quarta si era che io la facevo stare con gran disagio parecchi e parecchi ore; e stando in questo disagio a lei veniva molto affastidio, tanto quanto a me dilettava, perché lei era di bellissima forma e mi faceva grandissimo onore. E perché e' non le pareva che io l'avessi quella discrezione che prima io avevo innanzi che lei fossi maritata, venendole grandemente a noia, cominciava a brontolare; e in quel modo suo francioso con parole bravava, allegando il suo marito, il quale era ito a stare col priore di Capua, fratello di Piero Strozzi. E sí come i' ho detto, la allegava questo suo marito; e come io sentivo parlar di lui, subito mi veniva una stizza inistimabile; pure me la sopportavo, mal volentieri, il meglio che io potevo, considerando che per l'arte mia io non potevo trovare cosa piú a proposito di costei; e da me dicevo: - Io fo qui dua diverse vendette: l'una per esser moglie: queste non son corna vane, come eran le sua quando lei era a me puttana; però se io fo questa vendetta sí rilevata inverso di lui e inverso di lei ancora tanta istranezza, faccendola stare qui con tanto disagio, il quale, oltra al piacere, mi resulta tanto onore e tanto utile, che poss'io piú desiderare?


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





Capua Piero Strozzi