Pagina (392/536)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Queste veramente sono le piú belle cose che sieno in Roma. E diceva al Re, che quando Sua Maestà avessi dappoi veduto quelle meravigliose opere, allora saprebbe ragionare dell'arte del disegno; perché tutto quello che gli aveva veduto di noi moderni era molto discosto dal ben fare di quelli antichi. Il Re fu contento, e fecegli tutti i favori che lui domandò. Cosí andò nella sua malora questa bestia. Non gli essendo bastato la vista di fare con le sue mane a gara meco, prese quell'altro lombardesco ispediente, cercando di svilire l'opere mie facendosi formatore di antichi. E con tutto che lui benissimo l'avessi fatte formare, gliene riuscí tutto contrario effetto da quello che lui era immaginato; qual cosa si dirà da poi al suo luogo. Avendo a fatto cacciato via la ditta Caterinaccia, e quel povero giovane isgraziato del marito andatosi con Dio di Parigi, volendo finire di nettare la mia Fontana Beliò, qual'era di già fatta di bronzo, ancora per fare bene quelle due Vittorie, che andavano negli anguli da canto nel mezzo tondo della porta, presi una povera fanciulletta de l'età di quindici anni in circa. Questa era molto bella di forma di corpo ed era alquanto brunetta; e per essere salvatichella e di pochissime parole, veloce nel suo andare, accigliata negli occhi, queste tali cose causorno ch'io le posi nome Scorzone: il nome suo proprio si era Gianna. Con questa ditta figliuola io fini' benissimo di bronzo la ditta Fontana Beliò, e quelle due Vittorie ditte per la ditta porta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





Roma Sua Maestà Caterinaccia Dio Parigi Fontana Beliò Vittorie Scorzone Gianna Fontana Beliò Vittorie