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      A queste parole io mi mossi e dissi: - Ora ascoltatemi, ser Pier Francesco Riccio, che io vi dirò chi sono i mia pari, e chi sono i pari vostri, maestri d'insegnar leggere a' fanciulli -. Ditto queste parole, quest'uomo con arroncigliato viso alzò la voce, replicando piú temerariamente quelle medesime parole. Alle quali ancora io acconciomi con 'l viso de l'arme, mi vesti' per causa sua d'un poco di presunzione, e dissi che li pari mia eran degni di parlare a papi e a imperatori e a gran re; e che delli pari mia n'andava forse un per mondo, ma delli sua pari n'andava dieci per uscio. Quando e' sentí queste parole, salí in su 'n muricciuolo di finestra, che è in su quella sala; da poi mi disse che io replicassi un'altra volta le parole che io gli avevo dette; le quale piú arditamente che fatto non avevo replicai, e di piú dissi che io non mi curavo piú di servire il Duca, e che io me ne tornerei nella Francia, dove io liberamente potevo ritornare. Questa bestia restò istupido e di color di terra, e io arrovellato mi parti' con intenzione di andarmi con Dio; che volessi Idio che io l'avessi eseguita. Dovette l'Eccellenzia del Duca non saper cosí al primo questa diavoleria occorsa, perché io mi stetti certi pochi giorni avendo dimesso tutti i pensieri di Firenze, salvo che quelli della mia sorella e delle mie nipotine, i quali io andavo accomodando; ché con quel poco che io avevo portato le volevo lasciare acconcie il meglio che io potevo, e quanto piú presto da poi mi volevo ritornare in Francia, per non mai piú curarmi di rivedere la Italia.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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