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      hiacca ricamatore, ancora lui, che lavorava in una stanza vicina alla nostra, corse a quel rimore; dove io dissi: - Io non l'arei mai consigliato che egli lo comperassi; ma se pure egli n'avessi ałto voglia, Antonio Landi otto giorni fa me lo offerse per diciasette mila scudi; io credo che io l'arei ałto per quindici o manco. Ma il Duca vuol tenere la sua gioia in riputazione; perché avendomela offerta Antonio Landi per un cotal prezzo, diavol che Bernardone avessi fatto al Duca una cosķ vituperosa giunteria! - E non credendo mai che tal cosa fussi vera, come l'era, ridendo ci passammo quella simplicitą del Duca.
     
      LXI. Avendo di gią condotto la figura della gran Medusa, sķ come io dissi, avevo fatto la sua ossatura di ferro: di poi fattala di terra, come di notomia, e magretta un mezzo dito, io la cossi benissimo; di poi vi messi sopra la cera e fini'la innel modo che io volevo che la stessi. Il Duca, che piś volte l'era venuta a vedere, aveva tanta gelosia che la non mi venissi di bronzo, che egli arebbe voluto che io avessi chiamato qualche maestro che me la gittassi. E perché Sua Eccellenzia parlava continuamente e con grandissimo favore delle mie saccenterie, il suo maiordomo, che continuamente cercava di qualche lacciuolo per farmi rompere il collo, e perché gli aveva l'autoritą di comandare a' bargelli e a tutti gli uffizi della povera isventurata cittą di Firenze, che un pratese, nimico nostro, figliuol d'un bottaio, ignorantissimo, per essere stato pedante fradicio di Cosimo de' Medici innanzi che fussi duca, fussi venuto in tanta grande autoritą, sķ come ho detto, stando vigilante quanto egli poteva per farmi male, veduto che per verso nessuno lui non mi poteva appiccare ferro addosso, pensņ un modo di far qualcosa.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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