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      E poi che Sua Eccellenzia illustrissima era venuta in questo gran furore, ei mi disse: - Questo caso si è come quello del tuo Perseo, che tu n'hai chiesto e' dieci mila scudi: tu ti lasci troppo vincere da il tuo interesso; imperò io lo voglio fare stimare, e tene darò tutto quello che e' mi fia giudicato -. A queste parole io subito risposi alquanto un poco troppo ardito e mezzo adirato - cosa la qual non è conveniente usarla cone i gran Signori - e dissi: - O come è egli possibile che la mia opera mi sia stimata il suo prezzo, non essendo oggi uomo in Firenze che la sapessi fare? - Allora il Duca crebbe in maggiore furore, e disse di molte parole adirate, infra le quale disse: - In Firenze si è uomo oggi, che ne saprebbe fare un come quello, e però benissimo e' lo saprà giudicare -. Ei volse dire del Bandinello, cavalieri di santo Iacopo. Allora io dissi: - Signor mio, Vostra Eccellenzia illustrissima m'ha dato facultà, che io ho fatto innella maggiore Scuola del mondo una grande e difficilissima opera, la quale m'è stata lodata piú che opera che mai si sia scoperta in questa divinissima Scuola; e quello che piú mi fa baldanzoso si è stato, che quegli eccellenti uomini, che conoscono e che sono dell'arte, com'è 'l Bronzino pittore, questo uomo s'è affaticato e m'ha fatto quattro sonetti, dicendo le piú iscelte e gloriose parole, che sia possibil di dire; e per questa causa, di questo mirabile uomo, forse s'è mossa tutta la città a cosí gran romore; e io dico ben che se lui attendessi alla scultura, sí come ei fa alla pittura, lui sí bene la potria forse saper fare.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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