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      E piú dico a Vostra Eccellenzia illustrissima che il mio maestro Michelagnolo Buonaroti, sí bene e' n'arebbe fatta una cosí, quando egli era piú giovane, e non arebbe durato manco fatiche che io mi abbia fatto; ma ora che gli è vecchissimo, egli nolla farebbe per cosa certa; di modo che io non credo che oggi ci sia notizia di uomo che la sapessi condurre. Sí che la mia opera ha 'uto il maggior premio che io potessi desiderare al mondo: e maggiormente, che Vostra Eccellenzia illustrissima, non tanto che la si sia chiamata contenta de l'opera mia, anzi piú di ogni altro uomo quella me l'ha lodata. O che maggiore e che piú onorato premio si può egli desiderare? Io dico per certissimo che Vostra Eccellenzia non mi poteva pagare di piú gloriosa moneta: né con qualsivoglia tesoro certissimo e' non si può agguagliare a questo: sí che io sono troppo pagato, e ne ringrazio Vostra Eccellenzia illustrissima con tutto il cuore -. A queste parole rispose il Duca e disse: - Anzi tu non pensi che io abbia tanto che io te la possa pagare; e io ti dico che io te la pagherò molto piú che la non vale -. Allora io dissi: - Io non mi immaginavo di avere altro premio da Vostra Eccellenzia, ma io mi chiamo pagatissimo di quel primo che m'ha dato la Scuola, e con questo adesso adesso mi voglio ir con Dio, senza mai piú tornare a quella casa che Vostra Eccellenzia illustrissima mi donò, né mai piú mi voglio curare di rivedere Firenze -. Noi eravamo appunto da Santa Felicita e Sua Eccellenzia si ritornava a Palazzo.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
pagine 536

   





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