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      Cosí avendo finito il detto contratto, loSbietta mi cominciò affare le maggior carezze del mondo, e io facevo 'l simile a lui. Egli mi presentava cavretti, caci, capponi, ricotte e molte frutte, di modo che io mi cominciai mezzo mezzo a vergognare: e per queste amorevolezze io lo levavo, ogni volta che lui veniva a Firenze, d'in su la osteria; e molte volte gli era con qualcuno dei sua parenti, i quali venivano ancora loro; e con piacevoli modi egli mi cominciò a dire che gli era una vergogna che io avessi compro un podere, e che oramai gli era passato tante settimane, che io non mi risolvessi di lasciare per tre dí un poco le mie faccende ai mia lavoranti e andassilo a vedere. Costui potette tanto cone 'l suo lusingarmi, che io pure in mia mal'ora l'andai a vedere; e il detto Sbietta mi ricevvé in casa sua con tante carezze e con tanto onore, che ei non ne poteva far piú a un duca; e la sua moglie mi faceva piú carezze di lui; e in questo modo noi durammo un pezzo, tanto che e' gli venne fatto tutto quello che gli avevano disegnato di fare, lui e 'l suo fratello ser Filippo.
     
      CIII. Io non mancavo di sollicitare il mio lavoro del Nettunno, e di già l'avevo tutto bozzato, sí come io dissi di sopra, con bonissima regola, la quale non l'ha mai usata né saputa nessuno innanzi a me; di modo che, se bene io ero certo di non avere il marmo per le cause dette di sopra, io mi credevo presto di aver finito, e subito lasciarlo vedere alla Piazza, solo per mia sattisfazione. La stagione si era calda e piacevole, di modo che, essendo tanto carezzato da questi dua ribaldi, io mi mossi un mercoledí, che era dua feste, di villa mia a Trespiano, e avevo fatto buona colezione, di sorte che gli era piú di venti ore quando io arrivai a Vicchio; e subito trovai ser Filippo alla porta di Vicchio, il qual pareva che sapessi come io vi andavo; tante carezze ei mi fece e menatomi a casa dello Sbietta, dove era la sua impudica moglie, ancora lei mi fece carezze smisurate; alla quale io donai un cappello di paglia finissimo; perché ella disse di non aver mai veduto il piú bello.


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La Vita di Benvenuto Cellini
di Benvenuto Cellini
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