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      E questo si fa, perchè la storia, o figura, sarà alta, che con mano non potrai aggiugnere per misuralla. Conviene che con intelletto ti guidi; e troverai la verità, guidandoti per questo modo. E se di primo tratto non ti viene bene in misura la tua storia o figura, abbi una penna, e co’ peli della detta penna, di gallina o di oca che sia, frega e spazza, sopra quello che hai disegnato, il carbone; andrà via quel disegno. E ricomincialo da capo tanto e quanto tu vedi che con misura si concordi la tua figura coll’essemplo; e poi, quando t’avvedi che stia appresso di bene, togli lo stile di argento, e va’ ricercando su per li contorni e stremità de’ tuo’ disegni, e su per le pieghe maestre. Quando hai fatto così, togli da capo la penna pelosa, e spazza bene il detto carbone, e rimarrà il tuo disegno fermato collo stile.
      CAPITOLO XXXI.
      Come tu dèi disegnare e aombrare in carta tinta di acquerelle, e poi biancheggiare con biacca.
      Quando hai la pratica nella mano d’aombrare, togli uno pennello mozzetto; e con acquarella d’inchiostro in un vasellino, va’ col detto pennello tratteggiando l’andare delle pieghe maestre; e poi va’ sfumando, secondo l’andare, lo scuro della piega. E questa tale acquarella vuole essere squasi come acqua poca tinta; e il pennello si vuole essere squasi sempre siccome asciutto; non affrettandoti; a poco poco venire aombrando; sempre ritornando col detto pennello ne’ luoghi più scuri. Sai che te ne interviene? che se questa tale acqua è poca tinta, e tu con diletto aombri e senza fretta, el ti viene le tue ombre a modo di un fummo bene sfumate.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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