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      Non si adopera per noi se none alcuna volta in tavola. Non è da tenere suo’ compagnia. Volendolo triarlo, tieni di quelli modi che detto ti ho degli altri colori. Vuole essere macinato assai con acqua chiara; e guárdati la persona.
      CAPITOLO XLIX.
      Della natura di un giallo che si chiama zafferano.
      Giallo è un colore che si fa di una spezia che ha nome zafferano. Convienti metterlo in su pezza lina, in su pria o ver mattone caldo; poi abbi mezzo miuolo, o ver bicchieri, di lisciva ben forte. Mettivi dentro questo zafferano; trialo in su la prieta. Viene colore bello da tignere panno lino, o ver tela. È buono in carta. E guardi non vegga l’aria, chè subito perde suo colore. E se vuoi fare un colore il più perfetto che si truova in color d’erba, togli un poco di verderame e di zafferano; cioè, delle tre parti l’una zafferano; e viene il più perfetto verde in color d’erba che si trovi, temperato con un poco di colla, come innanzi ti mosterrò.
      CAPITOLO L.
      Della natura d’un giallo che si chiama árzica.
      Giallo è un colore che s’ chiama árzica; il qual colore è archimiato, e poco si usa. Il più che si appartenga di lavorar di questo colore, si è a’ miniatori, e usasi più in verso Firenze che in altro luogo. Questo è color sottilissimo; perde all’aria; non è buono in muro; in tavola è buono. Mescolando un poco d’azzurro della Magna e giallorino, fa bel verde. Vuolsi macinare, come gli altri colori gentili, con acqua chiara.
      CAPITOLO LI.
      Della natura di un verde il quale è chiamato verdeterra.
      Verde è un color naturale di terra, il quale si chiama verdeterra.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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