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      Questo colore ha più proprietà: prima, ch’egli è grassissimo colore, e buono a lavorare in visi, in vestiri, in casamenti, in fresco, in secco, in muro, in tavola, e dove vuoi. Trialo a modo degli altri colori detti di sopra, con acqua chiara; e quanto più il trii, tanto è migliore. E temperandolo, sì come ti mosterrò il bolo da mettere di oro, così medesimamente puoi mettere d’oro con questo verdeterra. E sappi che gli antichi non usavano di mettere d’oro in tavola altro che con questo verde.
      CAPITOLO LII.
      Della natura d’un verde che si chiama verde azzurro.
      Verde è un colore el quale è mezzo naturale: e questo si fa artifizialmente, chè si fa d’azzurro della Magna; e questo si chiama verde azzurro. Non ti metto come si fa, ma compera del fatto. Questo colore è buono in secco, con tempera di rossume d’uovo, da fare arbori e verdure e da campeggiare; e chiareggialo con giallorino. Questo colore per se medesimo è grossetto, e par come sabbionino. Per amor dell’azzurro trialo poco poco, colla man leggiera; però che se troppo il macinassi, verrebbe in colore stinto e cenderaccio. Vuolsi triarlo con acqua chiara; e quando l’hai triato, mettilo nel vasello dell’acqua chiara sopra il detto colore, e rimescola bene l’acqua col colore. Poi el lascia posare per ispazio di una ora, o due, o tre; e butta via l’acqua; e ’l verde riman più bello. E lavalo per questa forma due o tre volte, e sarà più bello.
      CAPITOLO LIII.
      Del modo come si fa un verde di orpimento e d’indaco.
      Verde è un colore el quale si fa d’orpimento le due parti, e una parte indaco; e triasi bene insieme con acqua chiara.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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