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      El mio maestro usava ponere queste meluzze più in ver le orecchie che verso il naso, perchè aiutano a dare rilievo al viso; e sfummava le dette meluzze d’attorno. Poi abbi tre vasellini, i quali dividi in tre parti d’incarnazione; che la più scura, sia per la metà più chiara che la rossetta; e l’altre due di grado in grado più chiara l’una che l’altra. Or piglia il vasellino della più chiara, e con pennello di setole ben morbido, mozzetto, togli della detta incarnazione, con le dita premendo il pennello; e va’ ritrovando tutti i rilievi del detto viso. Poi piglia il vasellino della incarnazione mezzana, e va’ ricercando tutti i mezzi del detto viso, e mani e pie’ e imbusto, quando fai uno ignudo. Togli poi il vasellino della terza incarnazione, e va’ nella stremità dell’ombre, lasciando sempre, in nella stremità, che ’l detto verdeterra non perda suo credito; e per questo modo va’ più volte sfumando l’una incarnazione con l’altra, tanto che rimanga bene campeggiato, secondo che natura ’l promette. Guar’ti bene, se vuoi che la tua opera gitti ben fresca, fa’ che col tuo pennello non eschi di suo luogo ad ogni condizione d’incarnazione, se non con bella arte commettere gentilmente l’una con l’altra. Ma veggendo tu lavorare, e praticare la mano, ti farebbe più avidente che vederlo per iscrittura. Quando hai date le tue incarnazioni, fanne un’altra molto più chiara, squasi bianca; e va’ con essa su per le ciglia, su per lo rilievo del naso, su per la sommità del mento e del coverchio dell’orecchio.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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