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      Bene ti do questo consiglio, che ti sforzi di adornare sempre d’oro fine, e di buoni colori, massimamente in nella figura di Nostra Donna. E se vuoi dire: una povera persona non può fare la spesa; rispondoti: che se lavori bene, e dia tempo nelli tuoi lavorii, e di buoni colori, acquisti fama in tal modo, che una ricca persona ti verrà a pagare per la povera; e sarà il nome tuo sì buono in dare buon colore, che se un maestro arà un ducato d’una figura, a te ne sarà proferto due, e verrai ad avere tua intenzione; come che proverbio antico sia: chi grossamente lavora, grossamente guadagna. E dove non ne fossi ben pagato, Iddio e Nostra Donna te ne farà di bene all’anima e al corpo.
      CAPITOLO XCVII.
      In che modo dèi tagliare lo stagno dorato, e adornare.
      Quando adorni di stagno, o bianco o dorato, che l’abbia a tagliare con coltellino; prima abbia un’asse ben pulita, di noce o di pero o di susino, sottile non troppo, per ogni parte quadra, sì com’è un foglio reale. Poi abbi della vernice liquida, ungi bene questa asse, mettivi su il tuo pezzo di stagno, ben disteso e pulito. Poi va’ tagliando con coltellino bene aguzzato nella punta, e con riga taglia le filuzza di quella larghezza che vuoi fare i fregi, o vuoi pur di stagno, o vuoi sì larghi, che gli adorni poi o di negro o di altri colori.
      CAPITOLO XCVIII.
      Come si fa lo stagno verde per adornare.
      Ancora, per adornare i detti fregi, togli del verderame, triato con olio di linseme; e danne distesamente su per un foglio di stagno bianco, che sarà un bel verde.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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