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      Togli un pennello grossetto di vaio, fatto di puntole di codole, come dinanzi ti dissi; togli il tuo oro fine, e con un paio di mollette o vero pinzette piglia gentilmente il pezzo dell’oro. Abbi una carta tagliata di quadro, maggiore che ’l pezzo dell’oro, scantonata da ogni cantone. Tiella in man sinistra; e con questo pennello, con la man diritta, bagna sopra il bolio tanto, quanto de’ tenere il detto pezzo d’oro che hai in mano. E gualivamente bagna, che non sia più quantità d’acqua più in un luogo che in un altro; poi gentilmente accosta l’oro all’acqua sopra il bolio; ma fa’ che l’oro esca fuori della carta una corda, tanto che la paletta della carta non si bagni. Or, come hai fatto che l’oro tocchi l’acqua, di subito e presto tira a te la mano con la paletta. E se vedi che l’oro non sia in tutto accostato all’acqua, togli un poco di bambagia nuova, e leggieri quanto puoi al mondo, calca il detto oro. E così metti per questo modo degli altri pezzi. E quando bagni per lo secondo pezzo, guarda d’andare col pennello sì rasente il pezzo mettuto, che l’acqua non vada di sopra. E fa’ che soprapponga, con quel che metti, quel ch’è messo, una corda: prima alitando sopra esso, perchè l’oro s’attacchi in quella parte dove è soprapposto prima. Come hai mettudo da tre pezzi, ritorna a calcare con la bambagia il primo, alitando sopra esso, e dimostreratti se ha di bisogno di niuna menda. Allora ti apparecchia un cuscinello grande come un mattone, o ver pietra cotta, cioè un’asse ben piana, confittovi su un cuoio gentile, ben bianco, non unto, ma di que’ che si fa i sovatti.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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