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      Tu torrai il tuo olio cotto al fuoco o al sole, cotto per quel modo che indietro t’ho mostrato; e tria con questo olio un poco di biacca e di verderame; e quando l’hai triato come acqua, mettivi dentro un poco di vernice, e lascialo bollire un poco ogni cosa insieme. Poi togli un tuo vasellino invetriato, e mettivilo dentro, e lascialo godere. E come ne vuoi adoperare, o per panni o per adornamenti, togline un poco in un vasellino, e uno pennello di vaio fatto in un bucciuolo di penna di colombo o di gallina, e fallo ben sodetto e punzío, e che la punta esca poco poco fuori del bocciuolo. Poi intigni poca cosa della punta in nel mordente, e lavora i tuoi adornamenti e i tuo’ fregi. E, come ti dico, fa’ che ’l pennello non sia mai troppo carico. La ragione: chè ti verrà fatto i tuoi lavori come capelli sottili, ch’è più vago lavoro. Voglia innanzi sentare più a fargli; poi aspetta di dì in dì. Tasta poi questi lavori col dito anellario della man diritta, cioè col polpastrello; e se vedi che piccola cosa morda e tegna, allora togli le pinzette, taglia un mezzo pezzo d’oro fino, o d’oro di metà, o d’ariento (benchè non durano), e mettilo sopra il detto mordente. Calcalo con bambagia, e poi col detto dito va’ leccando di questo pezzo d’oro, e mettendone sopra il mordente che non n’ha. E non far con altro polpastrello di dito, chè egli è il più gentile che abbi la mano: e fa’ che le tue mani sien sempre nette. Avvisandoti che l’oro che si mette in su’ mordenti, spezialmente in questi lavori sottili, vuole essere il più battuto oro e il più fiebole che possi trovare: chè s’egli è sodetto, non puoi adoperarlo sì bene.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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