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      E di subito, come la distendi sopra il tuo lavoro, di subito ogni colore perde di sua forza, e conviengli ubbidire alla vernice, e non ha mai più possanza d’andarsi ricreando con la sua tempera. Ond’egli è buono a indugiare a invernicare più che puoi; chè vernicando poi ch’e’ colori con le loro tempere abbin fatto loro corso, e’ rivengono poi freschissimi e belli, restando verdanti nella medesima forma sempre. Adunque togli la tua vernice liquida e lucida e chiara la più che possi trovare. Metti la tua ancona al sole, e spazzala; forbila dalla polvere e da ogni fastidio, quanto più puoi; e guarda che sia tempo sanza vento, perchè la polvere è sottile, e ogni volta che ’l vento te la traportasse sopra il tuo lavoro, non potresti bene con abil modo ridurlo a nettezza. Potresti bene essere in luoghi, come sono prati d’erbe, o in mare, che la polvere non ti potrebbe dare impaccio. Quando hai la tavola riscaldata dal sole, e medesimamente la vernice, fa’ che la tavola stia piana; e con la mano vi distendi per tutto questa vernice, sottilmente e bene. Ma guarti di non andare di sopra all’oro, chè non gli piace compagnia di vernice, nè d’altri licori. Ancora se non vuoi fare con mano, togli un pezzoletto di spugna ben gentile, intinta nella detta vernice; e rullandola con la mano sopra l’ancona, vernica per ordine, e leva e poni come fa bisogno. Se volessi che la vernice asciugasse sanza sole, cuocila bene in prima; chè la tavola l’ha molto per bene a non essere troppo sforzata dal sole.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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