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      Poi, quando è asciutto, va’ con un dentello, e brunisci su per lo detto panno; poi ne da’ della detta tempera due o tre volte. Quando è ben secca, da’ il tuo mordente, tanto che non esca fuori del temperato, e metti di quello oro e ariento che a te piace e pare.
      CAPITOLO CLXVIII.
      Come dèi lavorare coperte da cavalli, divise e giornee per torneamenti e per giostre.
      Alcuna volta in questi tornieri e giostre si fa sopra i cavalli coverti e sopra giornee, alcune divise rilevate e cucite sopra i detti lavorii. E però ti dimosterrò come di carta bambagina si fanno; e queste tali carte si mettono prima tutto lo foglio della carta ad oro o ad ariento brunito; e fassi in questo modo, cioè: macina sottilmente quanto più puoi un poco d’ocria o gesso da sartori, un poco poco di bolio armenico: temperali insieme con colla, la quale sia squasi pura acqua, che non sia forte niente, ma poco abbi di sustanzia o vero valore; e con pennello di setole morbido, o vuoi con pennello di vaio, ne darai a distesa una volta su per i fogli della carta bambagina buoni da scrivere e non iscritti; e quando sono asciutti, ritorna, e parte bagna con pennello di vaio, e parte metti d’oro con quello modo e ordine che metti in tavola in sul bolo; e guarda poi, quando hai mettuto tutto lo foglio, quando tempo è di brunirlo. Abbi una prieta ben piana o asse bene pulita e dura, e sopra ciò brunisci i tuo’ fogli: e poni da parte. E di questi cotali fogli tu puoi fare animali, fiori, rose, e di molte maniere di divise, e fatti grande onore; e fai tosto e bene: e puo’le adornare con alcuno coloruzzo ad olio.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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