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      Mo diremo prima del modo delle finestre: vero è che questa tale arte poco si pratica per l’arte nostra, e praticasi più per quelli che lavorano di ciò; e comunemente quelli maestri che lavorano, hanno più pratica che disegno, e per mezza forza e per la guida del disegno pervengono a chi ha l’arte compiuta, cioè che sia universale, e buona pratica. E per tanto, quando i detti verranno a te, tu piglierai questo modo. E’ ti verrà colla misura della sua finestra, larghezza e lunghezza: tu torrai tanti fogli di carta incollati insieme quanti ti farà per bisogno alla tua finestra; e disegnerai la tua figura prima con carbone, poi fermerai con inchiostro; aombrata la tua figura compiutamente sì come disegni in tavola. Poi il tuo maestro di vetri toglie questo disegno, e spianalo in sul desco, o tavola, grande e piano; e secondo che colorire vuole i vestimenti della figura, così di parte in parte va tagliando i vetri, e datti un colore el quale si fa di limatura di rame ben macinato; e con questo colore tu con pennelletto di vaio, di punta vai ritrovando a pezzo a pezzo le tue ombre, concordando l’andare delle pieghe e dell’altre cose della figura, di pezzo in pezzo di vetro, sì come el maestro ha tagliato e commesso; e di questo cotal colore tu puoi universalmente aombrare ogni vetro. Poi il maestro, innanzi che leghi insieme l’un pezzo coll’altro, secondo loro usanza, il cuoce temperatamente in casse di ferro con suo cendere, e poi li lega insieme. Tu puoi lavorare sopra i detti vetri drappi di seta, vitigare e palliare e far lettere, ciò è campeggiando del detto colore, e poi grattare, sì come fai in tavola.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275