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      Poi abbi una agugella legata in una asticciuola, sì come fusse un pennelletto di vaio, e che sia ben sottile di punta; e col nome di Dio il comincia leggermente a disegnare con questa agugiella quella figura che vuoi fare; e fa’ che il primo disegno si dimostri poco, perchè non mai non si può torre giù; e per tanto fa’ leggermente tanto che fermi il tuo disegno; poi va’ lavorando, sì come penneggiassi; perchè il detto lavoro non si può fare se non di punta; e vuoi vedere se ti conviene avere leggiera mano, e che non sia affaticata? che la più forte ombra che possi fare, si è andare con la punta della detta agugella per infino al vetro, e più oltre, la mezzana ombra, si è a non in tutto passare l’oro che è così sottile; e non si vuole lavorare per fretta, anco con gran diletto e piacere. E dòtti questo consiglio: che il dì che vuoi lavorare nella detta opera, tiene il dì dinanzi la mano a collo o vuoi in seno, per averla bene scarica e temperata da sangue e da fatica.
      Avendo il tuo disegno fornito, e vuoi grattare via certi campi che comunemente si vogliono mettere d’azzurro oltramarino ad olio, togli uno stile di piombo e va’ fregando sopra il detto oro, che tel leva pulitamente via; e va’ nettamente dirieto ai contorni della figura. Quando così hai fatto, togli di più colori macinati ad olio, sì come azzurro oltramarino, negro, verderame, e lacca: e se vuoi alcuno vestire o riverscio che risprenda in verde, metti verde; se vuoi in lacca, metti in lacca; se vuoi in negro, metti in negro.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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