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      In che modo si può rimediare all’umidità del muro, dove si dee dipingere.
      Accade al proposito della detta arte, dover alcuna volta ad alcuni lavorii che si fanno in muri umidi, porvi rimedio: ond’è di bisogno provedersi con sentimento e con buona pratica. Sappi che quella operazione fa l’umido in el muro, che fa l’olio in tavola; e come l’umido corrompe la calcina, così l’olio corrompe il gesso e sue tempere: onde è da sapere di che maniera questo umido può venire a fare grande nocimento. Come indietro t’ho detto, che la più nobile e forte tempera che far si possa in muro si è lavorare in fresco, cioè nella calcina fresca; e sappi che se dinanzi entro la faccia del muro giammai piovesse quanta acqua si potesse, non può nuocere giammai niente; ma quella che piove dirieto al muro dell’altra faccia, quello è quello il quale forte dannifica, o veramente alcuna gocciola che piovesse sopra il muro a scoperto: onde a questo è da ponere rimedio: cioè: prima si dee guardare in che luogo lavori, e come il muro è saldo e come coperto, e farlo coprire con ogni perfezione. E se è in luogo dove altr’acqua per condotto vada che onestamente non si possa divietare, tiene questo modo, cioè: sia di che pietra condizione il muro, abbi olio di linseme cotto a modo di mordente, e stempera con matton pesto insieme e intridi: ma prima di questo olio o ver mordente ben bogliente ne da’ o con pennello o con pezza sopra il detto muro. Appresso di questo, togli di questo intriso di matton pesto e danne sopra il detto muro, in modo che venga bene rasposo: lassalo seccare per alcun mese, tanto che sia ben secco: poi con cazzuola abbi calcina ben fresca di galla; tanto calcina, quanto sabbione; e mescolavi dentro polvere stacciata di matton pesto, e smalta perfettamente una o due volte, lassando lo smalto bene a riposo e arricciato.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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