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      E questo basti a dire di questa ragione.
      CAPITOLO CLXXXI.
      Come sia cosa utile l’improntare di naturale.
      Oggimai a me pare avere assai detto sopra tutti i modi del colorire. Ora ti voglio toccare d’un’altra, la quale è molto utile (e al disegno fatti grande onore) in ritrarre e simigliare cose di naturale; la quale si chiama improntare.
      CAPITOLO CLXXXII.
      In che modo s’impronta di naturale la faccia d’uomo o di femmina.
      Vuo’ tu avere una faccia d’un uomo, o di femmina, e di qual condizione si sia? Tienne questo modo. Abbi il giovane, o donna, o vecchio: benchè la barba o capellatura male si può fare, ma fa’ che sia rasa la barba. Togli olio rosato e odorifero; con pennello di vaio grossetto ungeli la faccia: mettili in capo o berretta o cappuccio; e abbi una benda larga una spanna, e lunga come sarebbe dall’un omero all’altro, circondando la sommità del capo sopra la berretta: e cuci l’orlo intorno alla berretta dall’uno orecchio all’altro. Metti in ciascuno orecchio, cioè nel buso,61 un’ poca di bambagia: e, tirato l’orlo della detta benda o ver pezza, cucila al principio del collarino; e da’ una mezza volta a mezza la spalla, e torna a’ bottoni dinanzi. E per questo modo fa’ e cuci ancora dall’altra spalla; e per quel modo vieni a ritrovare la testa della benda. Fatto questo, rovescia l’uomo o la donna in su un tappeto, in su desco, o ver tavola. Abbi un cerchio di ferro largo un dito o due, con alcun dente di sopra in forma d’una sega. E questo cerchio circondi la faccia dell’uomo, e sia più lungo che la faccia due o tre dita.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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