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      Togli códola di vaio (che di nessun altro son buone); e queste códole vogliono esser cotte e non crude. 64. Vedi Sgrigiolare.
      Cofano. Volendo lavorare cofani, o vero forzieri se li vuoi far realmente, ingessali e tieni tutti que’ modi che tieni a lavorare in tavola, di mettere d’oro, di colorire, e di granare, d’adornare e di verniciare. 170.
      Cogliere le misure, i piani. E cogli bene ogni tuo’ misura, battendo prima alcun filo, pigliando i mezzi degli spazi. Poi batterne alcuno, e coglierne i piani. 67. Vedi Storia.
      Colare. Quando ha bollito un poco, tanto veggia la colla ben disfatta, colala due volte. 16. Tastala (la colla) colle palme delle mani, e quando senti che l’una palma si appicca coll’altra, allora è buona. Colala due o tre volte. 113.
      Colla. L’è una colla che si fa di pasta cotta, la quale è buona da cartolari e maestri che fanno libri. 105.
      – di colli. «Di cartapecora.» Egli è una colla che si fa di colli di carte di pecora, e di cavretti, e mozzature delle dette carte. 110.
      Colla forte. Togli poi della tua prima colla forte, e danne col tuo pennello due volte sopra il detto lavoro. 113.
      – di pesce. È una colla che si chiama colla di pesce. Questa colla si fa di più ragioni pesce. Questa, mettendosi così il pezzuolo, o vero specchio in bocca tanto bisogni, e un poco fregandola a carte di pecora, o altre carte, attacca insieme fortissimamente. 108.
      Colla di spicchi. Poi abbi colla di pesce o di spicchi, che vendono gli speziali. Mettila in molle con acqua chiara, e in sei spicchi fa’ che sia una scodella d’acqua chiara.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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