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      – «Peso di piombo.» E a questo (filo) che batti per lo mezzo, a cogliere il piano, vuole essere uno piombino da piè del filo. 67.
      Pizzare. «Attaccare.» Quando è squasi asciutta (la doratura) che poco poco pizza, allora abbi il tuo oro fine, e ordinatamente metti e copri il detto stagno del detto oro fine. 99.
      Poggiuolo. «Loggia, Terrazza.» Alcuna volta si lavora in camere, o sotto logge o poggiuoli. 177.
      Polpastrello. E non far con altro polpastrello di dito, chè egli (l’anulare) è il più gentile che abbi la mano. 151.
      Porfido. Rosso è un colore naturale che si chiama sinopia, o ver porfido. 38.
      Porpora. «Panno del colore di porpora.» E volendo vestire Nostra Donna d’una porpora, fa’ il vestire bianco, aombrato d’un poco di biffo chiaro, chiaro. 146.
      Porporina. «Sorta di colore, oggi chiamato Oro musivo.» Questo colore di porporina si fa per questo modo. Togli sale armeniaco, stagno, zolfo, ariento vivo, tanto dell’uno quanto dell’altro: salvo che meno d’ariento. 159. – Io ti voglio mostrare un colore simile all’oro, il quale è buono in carta di questi miniatori, e ancora in tavola se n’adoprerebbe; ma guarti come dal fuoco o da veleno che questo colore, il quale si chiama porporina, non si avvicinasse a nessun campo d’oro. 159.
      Porre. E innanzi che lo metta d’oro (il gesso) guarda se è di bisogno con punta di coltellino raderlo e spianarlo e nettarlo di niente: chè alcuna volta il tuo pennelletto pone più in un luogo che in un altro. 157.
      Posare. «Far la posatura.» Poi el lascia posare per ispazio di una ora o due o tre; e butta via l’acqaa.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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