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      67.
      Sfenditura. Vedi Caldaia.
      Sfumante. Ed eziandio le acquerelle che vi dái su, non vi appariscono sfumanti e chiare, come fa a modo detto in prima. 17. – Poi con acquerella di nero da’ le tue ombre ben delicate e morbide e sfumanti. 177.
      Sfumare e Sfummare. Va’ col detto pennello tratteggiando l’andare delle pieghe maestre; e poi va’ sfumando, secondo l’andare, lo scuro della piega. 31. – Che se questa tale acqua è poco tinta.... el ti viene le tue ombre a modo di un fummo bene sfumato. 31 – Va’ campeggiando dall’un tratto scuro all’altro, e commettendoli insieme, e sfummando le tue pieghe nelle stremità degli scuri. 71.
      Sgrigiolare. Se senti alla prieta niente di polvere, o che sgrigioli di niente, sì come farebbe la polvere fra’ denti, togli una codola di vaio, e con leggiera mano spazza sopra l’oro. 138.
      Sinopia. «Secondo Dioscoride, la sinopia era una terra naturale grave, densa, e color di fegato. Cavavasi in Cappadocia in certe spelonche, e portavasi poi, quando era purgata in Sinope, dove si vende: e onde prese il nome. Il Mattioli non trova chi a’ suoi tempi gli dichiari quel sia la vera sinopia, ed egli la crede una specie di bolo armeno grossolano. Cita Giorgio Agricola, dal quale si raccoglie che la sinopia si trova in sue proprie miniere, ed in quella dell’oro, del rame dell’argento e del ferro. Fa la sinopia secondo Plinio uno de’ quattro soli colori che adopravano gli antichi pittori greci. Il Davy dice che con questo colore sono fatti i più belli fondi rossi delle pitture di Pompei.


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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze
1859 pagine 275

   





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