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      Ciò ti dico perché dalla prima quercia o rovere in cui m'abbatta, voglio staccare un ramo sì forte come se lo figura la mia immaginazione, e tentare con esso tali prodezze che tu abbia a chiamarti ben avventuroso che ti sia dato in sorte di vederle e di essere testimonio a cose che mai saranno credute. - Alla buon'ora, disse Sancio, io credo quanto vossignoria mi dice: ma di grazia, si raddrizzi un cotal poco, che sembra ch'ella pieghi soverchiamente da questo lato; forse per effetto della sua caduta. - Così è veramente, rispose don Chisciotte, e se non mi lagno del dolore che sento, egli è perché non è lecito ai cavalieri erranti il dolersi per nessuna ferita, quand'anche uscissero loro le budella dal corpo. - Se la cosa è a questo modo non so che replicare, rispose Sancio; ma sa Dio che io non troverei punto sconveniente che vossignoria si lagnasse quando è addolorata nella persona. Io per me, le dico che mi lagnerò di ogni piccolo male, se già non s'intende che al pari dei cavalieri erranti anche i loro scudieri si debbano astenere dal lamentarsi." Non lasciò di ridere don Chisciotte della semplicità del suo scudiere, e gli dichiarò che potea lamentarsi a suo grado, e comunque gli tornasse in acconcio, non avendo letto negli ordini di cavalleria proibizione alcuna sopra di ciò. Sancio avvertì il padrone che si avvicinava l'ora del pranzo, ed esso gli rispose che non ne avea voglia per allora ma che mangiasse pure a suo grado. Ottenuta questa licenza, Sancio si accomodò il meglio che poté sopra il suo giumento, e cavando dalle bisacce la provvisione di cui le aveva riempite, andava dietro al suo padrone camminando e mangiando molto posatamente; e di tanto in tanto attaccava la borraccia alla bocca con soddisfazione sì grande da mettere invidia anche nel meglio provveduto oste di Malaga: e così bevendo a quel modo erangli uscite di mente le promesse del suo padrone, né gli pareva più faticosa professione; ma piuttosto una specie di passatempo andare cercando avventure, per quanto pericolose si fossero.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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