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      - Quest'è ben peggio che i mulini a vento, disse Sancio: guardi bene, signore, che quelli sono frati dell'Ordine di san Benedetto, e che sarà quella una carrozza di gente che viaggia al solito: badi bene a quello che dico, e stia avvertita su ciò che vuol fare, né si lasci accecare dal diavolo. - Te l'ho già detto, rispose don Chisciotte, che tu non t'intendi d'avventure: ciò che io ti dico è vero, e te lo proverà ora l'effetto." Intanto fattosi innanzi si mise nel mezzo della strada ove i frati dovevano passare, e condottosi al punto da poter essere da loro inteso, sclamò con voce sonante: "Genti diaboliche e scomunicate, lasciate andar libere sull'istante le alte principesse che ne menate a forza prigioniere in quel cocchio, altrimenti preparatevi a ricevere subita morte per giusto castigo delle malvagie vostre opere." Tirarono i frati la briglia alle mule, e si fermarono, colti dal più grande stupore, sì per la strana figura di don Chisciotte, come per le cose che diceva; poi gli risposero: "Signor cavaliere, noi non siamo gente né diabolica, né scomunicata, ma due religiosi dell'ordine di San Benedetto che andiamo pei fatti nostri; né ci è noto che in questa carrozza ci siano, o no principesse rapite. - A me, replicò don Chisciotte, non la darete ad intendere colle vostre melliflue parole, che io ben vi conosco, malaugurata canaglia," poi senza attendere altra risposta, abbassata la lancia, spronò Ronzinante, e con sì gran furia andò incontro al frate più vicino, che se non si lasciava cader dalla mula, l'avrebbe fatto stramazzar in terra, o morto, o bruttamente ferito.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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