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      Don Chisciotte gli disse che tenesse la strada presa da' suoi compagni, ai quali chiedesse in suo nome perdono della offesa ricevuta da lui,
      benché senza sua colpa. Sancio pure gli disse: - Se a sorte volessero sapere quei signori chi è stato il valoroso che li ha conci a quel modo, dirà vossignoria ch'è stato il famoso don Chisciotte della Mancia, il quale con altro nome si chiama il Cavaliere della Trista Figura." Andò pe' fatti suoi il povero baccelliere, e don Chisciotte, rimasto inoperoso, dimandò a Sancio per qual cagione si fosse indotto piuttosto in questa che in altre circostanze ad appellarlo il Cavaliere della Trista Figura. - Rispondo subito, disse Sancio; perché stando io rimirandola al lume di questa torcia, che porta ora con sé quel disgraziato passeggero, ho veduto che vossignoria è da poco in qua diventato la più trista figura che mi sia mai caduta sott'occhio; il che da me si attribuisce o alla stanchezza o alla fatica di tanti combattimenti, ovvero alla mancanza dei denti mascellari. - Non è questa no, la cagione, rispose don Chisciotte, ma perché al savio ch'è incaricato di scrivere la storia delle mie imprese sarà parso ben fatto ch'io prenda qualche nome appellativo, come lo prendevano tutti i cavalieri miei antecessori, che uno si chiamava quello dell'Ardente Spada, l'altro quello dell'Unicornio, ovvero quello delle Donzelle o quello della Fenice, questi il Cavaliere del Grifo, l'altro quel della Morte, e con questi nomi ed insegne erano conosciuti per tutto il circolo della terra.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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