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      Il curato rispose che non se ne pigliasse fastidio, mentre l'avrebbero essi fatto partire di là a suo marcio dispetto. Partecipò allora a Cardenio ed a Dorotea il divisamento suo per rimediare alla pazzia di don Chisciotte od almeno per ricondurlo al suo paese; e Dorotea che doveva in ciò avere gran parte, promise che senza dubbio avrebbe saputo e potuto sostener la persona di una giovane sventurata con più verità del barbiere; e che tanto più ciò le sarebbe agevole quanto che aveva seco i vestiti per comparire tale naturalmente. Soggiunse che a lei lasciassero l'incarico di fingere quanto fosse d'uopo all'oggetto, perocché avendo studiato molti libri di cavalleria, sapeva benissimo la condotta delle donzelle infelici quando chieggono favori ai cavalieri erranti. - Altro non abbisogna, disse il curato, se non che ci accingiamo all'opera; che senza dubbio la sorte ci si mostra favorevole, poiché d'improvviso a voi, signori miei, si è incominciato ad aprire una porta per rimedio alle vostre sventure, ed a noi si renderà facile il conseguire quello di cui abbisogniamo." Trasse allora Dorotea dall'involto che seco avea una zimarra di ricco tessuto ed appariscente, ed un mantellino di seta verde; cavò da una cassetta un collare ed altre gioie con cui si adornò in un momento per modo che sembrava una doviziosa e nobil signora. Disse che avea recati seco quei monili, ed altri ancora, da casa sua per ciò che le potesse occorrere, ma che non ne avea fatto uso perché non erasele offerta mai un'opportuna occasione.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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