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      - Ed è per lo appunto come tu dici, soggiunse don Chisciotte, perché il libro delle memorie dove la scrissi lo trovai presso di me due giorni dopo la tua partenza; di che provai un'amarezza grandissima, non sapendomi figurare come tu potessi regolarti utilmente trovandoti senza lettera; ed ho sempre supposto che te ne saresti tornato addietro per averla.
      - Così avrei fatto, rispose Sancio, se non l'avessi avuta a mente per la lettura che me ne fece vossignoria; di modo che la recitai ad un sagrestano che me la copiò dalla testa parola per parola, soggiungendomi che in tutto il corso della sua vita, benché avesse vedute lettere amorose, non ne aveva udito né letto una tanto pregievole come quella. - L'hai tu, disse don Chisciotte, tuttavia presente alla memoria? - No, signore, rispose Sancio, perché recitata che la ebbi, vedendo che ad altro non poteva servire me la sono dimenticata; e se qualche cosa me ne ricordo, egli è quello della tramenata, voglio dire della sovrana signora; e l'ultimo: "vostro fino alla morte il cavaliere dalla Trista Figura," e in mezzo a queste due cose vi ho posto più di trecento "anime, vite e occhi miei."
     
     
      CAPITOLO XXXI
     
      DEI PIACEVOLI RAGIONAMENTI CHE SEGUIRONO TRA DON CHISCIOTTE
      E LO SCUDIERE SANCIO PANCIA CON ALTRI SUCCESSI.
     
      Tutto questo non mi dispiace, proseguì don Chisciotte. Ma ci arrivasti? e in che si occupava quella regina della bellezza? Certamente tu la trovasti intenta a infilzare un vezzo di perle, o a ricamare qualche impresa d'oro per questo cavaliere suo prigioniero.


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Don Chisciotte della Mancia
di Miguel de Cervantes Saavedra
Edoardo Perino
1888 pagine 1298

   





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